Sperimentare spesso significa muoversi nel territorio dell’eccezione alla regola, dove l’errore è ricercato con deliberata premeditazione per esplorare strade alternative.
Questo vale anche per il mondo della grafica che a partire da imperfezioni (di stampa) è arrivata a definire nuovi “luoghi comuni”, ormai imprescindibili.
Siamo negli anni cinquanta, gli stampati a colori in quadricromia iniziano a diffondersi e gli addetti ai lavori – per ragioni anche economiche – imparano a conoscerne via via limiti e difetti.
Uno su tutti: il fuori registro.
Ma cos’è?
Quando si stampano grafiche composte da più colori, si procede con stampe successive dei singoli colori, cercando di evitare il fuori registro, ossia il posizionamento errato del colore che crea sovrapposizioni dei contorni o, di contro, un margine bianco non previsto.
Per i grafici questa stampa “difettosa” è stata una vera ispirazione: si pensi a Bob Noorda che sfrutta il fuori registro per due famosi poster commissionati da Pirelli oppure Muriel Cooper invece che ne fa il tratto stilistico per la copertina di Bauhaus (1969)
Due poster della nostra collezione dedicati al “fuoriregistro”