Con la rivista REST, progetto collegato al gruppo facebook We Do The Rest, parlano le immagini senza troppi giri di parole.
“E quella volta lì c’ero…” Perdonami Fulvio ma:
“A Genova, un signore, con un giro di parole mi ha fatto capire che a Genova c’è il mare. Il mare lo abbiamo avuto anche noi a Milano”.
C’è ben più di un filo rosso a collegare la città ligure a Milan, che a prescindere dalla presenza del mare, l’è un gran Milan. Le città si strizzano gli occhi. Fanno a gara a chi è più brava a reinventarsi.
Forse, pensando ad alcuni loro quartieri sgarrupati (ma bellissimi!), in fondo continuano a mostrare le mille forme che può assumere la creatività.
I miei giri per la città sono sempre iniziati con un viaggio Milano-Genova.
I cantautori della scuola genovese, viceversa, si spostavano nel capoluogo lombardo per incidere le loro splendide canzoni. Li portava e li scopriva quasi tutti quel genio di Franco Crepax.
Chi se la può immaginare una riunione creativa in cui Paoli, Bindi, Tenco provano le canzoni di Conte, Dalla e Battisti? Gli artisti milanesi, soprattutto jazzisti e cabarettisti, appena potevano andavano a cercare il sole, superando le nebbie padane, in quelle zone “Di quella gente che c’è là che come noi è forse un po’ selvatica”.Ecco forse a unire le due città c’è soprattutto la voglia di non farsi addomesticare, di rimanere scorbutiche, orgogliose di sè stesse.
Fulvio Bortolozzo, curatore, mi ha concesso lo spazio per questo lavoro fotografico che dura da anni. Un lavoro di documentazione(?) della città di Genova che così aggrappata al mare fa un po’ a pugni con la tradizione, con l’ambiente e con la modernità. Qua ci sono palazzoni popolari, ma anche i Palazzi dei Rolli, patrimonio dell’Unesco.
Da milanese, tuttavia, credo che nessuno come noi e i genovesi sopportino quotidianamente ciò che le altre città sperimeteranno presto. Ogni scatto di REST, per questo, racconta la situazione di oggi ma comunica qualcosa sulla città di domani.
Genova, città verticale che ti sfida, ma che può regalare scatti straordinari ai fotografi urbanisti che magari riescono a trovare la collina, quella giusta, da raggiungere, scalare e superare. A piedi, ovvio.
Quella volta lì, per REST, l’ho girata in scarp del tennis. Per vedere meglio la città dei contrasti. Ecco alcune fotografie inserite. Mentre un milanese cercava di interpretare questa città meravigliosa mi sono domandato se ci fosse una sintesi tra Genova e Milano. Un ponte. Se ci fosse qualcosa o qualcuno che unisse le due anime.
Ho pensato a Bruno Lauzi. Il più selvatico di tutti. Grande amico dei citati Cochi e Renato e il Paolo Conte di Genova per noi, che non a caso incise su disco prima degli altri. A Milano, qualcuno lo soprannominava “Il grigioverde”.
Un po’ per i colori del suo abito, un po’ perché come il noto liquore mescola grappa (forte) e menta (fresca).
Genovese per i milanesi e milanese per i genovesi che tuttavia, non rinunicava a prendere in giro: “Quando a un concerto a Genova c’è tanta gente vuol dire che il pubblico ha sfondato i cancelli”. Una vita a Genova, un’altra a Milano ma nato nella colonia italiana d’Eritrea. Quanto bastava per ridere di tutti.
Nome noto. Autore strabiliante di canzoni. Poeta. Conosciuto da tutti, ma in realtà da nessuno.
Come Genova. E Milano. Questa sua poesia fa capire bene cosa si prova ad allontanarsi dal mare. Tipo per tornare a Milano.
Stazione Principe di Bruno Lauzi
Dai palazzi di Genova
severi colore di cannella e zafferano
dell’ocra e dell’ibisco
m’allontano
per calarmi in Europa
come resa di fiume alla pianura
verde d’argentei pioppi
e alla calura
dove vento di mare non respira
REST è una rivista On Demand di fotografie senza parole.
Io ne ho messa giusto qualcuna.
disponibile qui: https://it.blurb.com/b/10877133-rest-28
con fotografie di:
Stefano BARATTINI
Gianni CARIONI
Giuseppe CAVALLERO
Carlo CAVICCHIO
Luigi CIPRIANO
Giovanni MINERVINI
ecco un estratto della rivista: