La calibrazione cromatica è un fattore cruciale per la qualità di un’immagine stampata su carta, sia essa inserita in un catalogo, un poster, un packaging o una rivista.
E lo è ancor di più nella stampa della trama e dell’effetto tattile e tridimensionale di un tessuto.
Quali sono le fasi cruciali del workflow per la fotolito?
Nella messa a punto di un file digitale per la stampa, fatte salve le attrezzature come Photoshop e la carta certificata per le prove colore, è tutto in mano allo specialista del colore.
La perizia, la precisione e l’occhio ‘clinico’ del cromista caratterizzano questa professione fin dagli albori, come si legge anche a questo link.
Nella prestampa il fotolitista utilizza i campioni reali di tessuto o di altri materiali, che fanno da riferimento cromatico nella fase di stampa.
Si avvale inoltre di una stampante per prova colore che rispecchi dal punto di vista cromatico gli standard qualitativi dettati dall’ente di certificazione FOGRA.
Un lavoro da campioni
I campioni fisici di tessuto, marmo o altri materiali, vengono acquisiti con varie tecniche digitali. Con lo scanner fotografico si eseguono riprese zenitali rispetto al campione. In certi casi è utile effettuare riprese radenti con la macchina fotografica per esaltare le sfumature di colore o i cambi tonali. Anche un tessuto monocromatico, infatti, modifica il proprio colore a seconda di come viene colpito dalla luce. Lo scanner, invece, riproduce la trama di un tessuto o la venatura di un legno in modo dettagliato, ma restituisce una luce omogenea su tutto il campione.
La calibrazione cromatica di un campione si esegue con un densitometro di Photoshop e si procede per successive verifiche del risultato, eseguite avendo cura di illuminare il materiale da riprodurre con una luce corretta in funzione del risultato che si vuole ottenere.
Tavoli tecnici con luci ad hoc permettono di visionare le prove colore.
Nei casi più impegnativi, si esegue una prova colore con due o tre varianti del materiale per ottenere una successiva prova definitiva, senza sprecare tempo e denaro.
La prova colore
Oltre ad essere strumento di lavoro per il fotolitista, è un servizio per il cliente che così può visionare una simulazione attendibile del prodotto prima che venga stampato.
Le prove colore certificate FOGRA, istituto di ricerca sulle arti grafiche, misurano in modo scientifico e univoco i paramenti di calibrazione cromatica.
Se i valori vengono rispettati anche dalla stampante, che va manutenuta e calibrata costantemente, si genera un marchio di qualità (bollino di certificazione) direttamente sulla prova di stampa.
Questo avviene a patto che anche la carta e gli inchiostri siano ‘a norma’, come lo sono ad esempio gli inchiostri Epson®, le carte originali AGFA® o GMG®.
Infatti CDcromo si avvale di due sistemi di stampa per le prove colore certificate: Apogee di AGFA® e ColorProof di GMG®.