Pare che una delle pochissime copie esistenti sia appesa dietro una scrivania importante nella sede di Stoccarda
Un semplice pezzo di carta, un poster, carta normale e quadricromia.
Quanto può valere?
Esattamente non lo so perché non ci sono quotazioni recenti ma un pittore dell’ottocento di medio valore è più a buon mercato.
Follie speculative?
O forse oggi ci sentiamo più vicini a questo tipo di arte, Andy Warhol insegna del resto.
“L’opera d’arte nell’epoca della sua riprodicubiltà tecnica” ci ha abituato a questo tipo di situazioni, non è così raro che poster stampati nel XX secolo abbiano quotazioni elevate. Un tema discusso da almeno cent’anni.
Il manifesto in questione non è nemmeno bello, con una font imbarazzante, mostra tutti i luoghi comuni del graphic design tardo anni 60: retino e fuoriregistro con l’aggravante di essere stato pensato nel 1980.
Il bravo grafico tedesco Erich Strenger aveva fatto di meglio con tanti altri poster ma nessuno è diventato così raro, per cui così caro.
Una sorta di Gronchi Rosa, infatti proprio come il francobollo più prezioso della repubblica italiana, anche questo poster non è stato “emesso”, ma stampato e poi distrutto perché la Porsche all’ultimo momento decise di non correre a Indianapolis e quindi venne meno il motivo della sua distribuzione ai concessionari.
Ma si sa a queste “distruzioni” sopravvive sempre qualche esemplare che poi i collezionisti si contendono per l’eternità.
Comunque sia, cercare di acquistare i poster della casa automobilistica tedesca, stampati tra gli anni 50 e gli anni 80 è decisamente impegnativo: la collezione completa, circa 300 pezzi, vale certo molto di più di una bella 911 cabrio.
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