Gerhard Forster, poster Pirelli – 1965

L’immagine in bianco e nero ha dominato la scena per tanti decenni del secolo scorso, certo non per motivazioni artistiche.

Una semplice ragione: il colore era un lusso che pochi potevano permettersi.

Primo colpevole di questa monotonia era il complesso e costoso processo di fotolito, una gran fatica che tra l’altro non dava sempre i risultati sperati.

Ecco perché il graphic designer doveva essere un vero mago della stampa.
Aveva il compito di creare opere non solo stupefacenti, ma anche facili e convenienti da trasferire sulla carta.

L’accoppiamento dinamico tra il rosso acceso e il nero profondo è stata una delle tante soluzioni proposte.

Facile da stampare, ma con grande impatto, questa combinazione ha reso le loro creazioni un vero spettacolo visivo, per manifesti, pagine pubblicitarie copertine …

Tutto questo si svolgeva nell’era preistorica della stampa, che, possiamo dire, ha avuto il suo epilogo intorno agli anni ’80.

Solo in quel momento sono arrivati gli scanner, seguiti da computer sempre più accessibili, che hanno davvero scatenato la rivoluzione del colore.

Ma la forza è così intensa che l’accoppiata del rosso e nero diventa un segno grafico al di fuori del tempo.