Esiste ancora la fotolito?
Addirittura più in alto della Treccani!
Cercando su Google il semplice termine “fotolito” in cima ai risultati appare un mio vecchio articolo intitolato: “Esiste ancora la fotolito?”.
Solo in seconda posizione si trova la definizione dell’enciclopedia Treccani.
Dovrei essere in qualche modo fiero di questo inutile primato.
Invece no.
Questo interesse per la “presunta morte” della fotolito è solo l’ennesima testimonianza di un fraintendimento che persiste da oltre vent’anni.
La fotolito, non solo esiste, ma è democraticamente in mano a molti operatori del settore.
Oggi infatti si occupano di fotolito: il fotografo, il graphic designer, spesso anche lo stampatore e quindi lo spazio per le aziende che si occupano unicamente di fotolito è inevitabilmente ridotto e circoscritto.
Il punto è che ormai si preferisce dire “post-produzione”, termine più moderno, rubato al mondo del cinema, per descrivere operazioni che rientrano nel tradizionale lavoro della fotolito.
A di là dei termini vale la pena di ricordare che l’obiettivo è realizzare una prova colore affidabile, essenziale per verificare l’esito del lavoro prima di mandarlo in stampa. E qui entra in gioco l’abilità dello stampatore, che deve tradurre quella prova colore in un risultato su carta che rispecchi le aspettative.
… il vero dramma è che secondo la Treccani “fotolito” significa:
<< riproduzione di immagini su pietra o su metallo […] >>
Aiuto!!