Anche al Salone del Mobile 2024.

Il retino sbagliato è sempre di moda.

Una premessa necessaria: il retino di stampa è nato dalla necessità di riprodurre le infinite sfumature contenute all’interno delle immagini fotografiche, le cosiddette mezzetinte.

Un insieme di punti che nasce direttamente dall’intuizione dei pittori neoimpressionisti.

Osservando le immagini stampate i primi retini erano piuttosto “grezzi” ed evidenti a occhio nudo.

Effetto indesiderato, che qualsiasi tecnico avrebbe voluto mitigare, ma la tecnologia di allora (inizio 900) non consentiva di tenere nascosto il reticolato.

Poi nel tempo la qualità dei retini è migliorata e l’occhio ne ha perso la percezione, dimenticando che la sfumatura è prima di tutto un insieme di minuscoli punti stampati secondo delle “regole” ben precise.

Oggi un’immagine stampata con un retino grossolano può apparire sbagliata e di scarsa qualità.
Però maestri come Josef Müller-Brockmann, artisti come Roy Lichtenstein e grafici del nuovo secolo, hanno utilizzato il retino “grossolano”, “sbagliato”, trasformandolo in elemento grafico ricorrente.

Un eterno omaggio a quella sperimentazione grafica e visiva iniziata negli anni venti, che non passa mai di moda.

Copertine di dischi, poster pubblicitari, frammenti di arte pop, interi stand al Salone del Mobile.Milano 2024, sino ai tanti richiami visti alla recentissima Biennale Internazionale Grafica.

Insomma la “rosetta” che forma la quadricromia è divenuta, per graphic designer di ogni età, un terreno di confronto da cui non si può scappare.

retino sbagliato CDcromo fotolito