Nel profetico film “il dormiglione”(1973), Woody Allen mostra il paginone centrale di Playboy come uno dei pochi che oggetti che dopo duecento anni potrebbe essersi salvato, simbolo di una civiltà sconosciuta ai posteri.
Ma tante riviste negli anni 60 e 70 avevano il loro paginone centrale.
Il mensile più venduto, Quattroruote, aveva dei paginoni addirittura a tre ante, qualche volta anche a quattro ante, per un’apertura alare di quasi un metro. Spettacolare!
Peccato che la rilegatura a colla oggi renda la rivista veramente fragile.
Ma i paginoni sono ancora lì, perfetti, si potrebbero staccare e appende.
Preziose opere a colori in una rivista dove dominava ancora il bianco e nero.
Tenuti protetti dalla luce sono ancora perfetti; la povera quadricromia di rotocalco è ancora viva.
Oggi queste parti di rivista sono vendute ai mercatini come reliquie, certo non una novità dato che succede anche con preziosi libri del 1500.
Infatti Umberto Eco lamentava che libri antichi venissero smembrati solo perché le singole pagine stampate a colori hanno più valore del libro nella sua interezza, diventando delle opere a sé stanti.
I paginoni di Quattroruote sono un esempio di quanto fosse preziosa la stampa a colori in un’epoca dominata dal bianco e nero economico.
Solo dagli anni 90, il mondo della stampa editoriale è interamente a colori, grazie ai costi più accessibili.