Cosa c’entrano i neoimpressionisti con la fotolito?
Un filo rosso lega l’esperienza dei pittori neoimpressionisti alla teoria del colore, alla fotolito e alla stampa, non potevo quindi lasciare questo volume impolverato in un angolo della libreria e per pochi euro l’ho portato a casa.
Piccoli punti di colore puro è questo il concetto!
La mescolanza non si fa sulla tavolozza ma nell’occhio di chi guarda. Questa nuova tecnica pittorica si ispira agli studi scientifici di Chevreul sulla percezione dei colori ed è alla base delle attuali tecniche di stampa in quadricromia.
La tecnica a puntini è l’elemento essenziale della pittura di Seurat, Signac e gli altri artisti neoimpressionisti. Sulla tela non si riporta il colore mescolato ma solo dei puntini o piccole pennellate di colore puro.
Seurat rifiutava il termine puntinismo ma preferiva «cromo-luminarismo» o «divisionismo».
Al di là delle definizioni, si sfrutta un carattere della visione umana, il nostro sistema occhio cervello crea un interpolazione tra due valori diversi.
Per cui, ad esempio, se osserviamo due dischetti uno azzurro e uno giallo da vicino siamo in grado di distinguerli ma allontanandoci non riusciremo più a vedere i due colori separati e il nostro “photoshop biologico” li fonde creando un nuovo colore: il verde.
L’atteggiamento dei neoimpressionisti nei confronti del colore è stato scientifico, così come l’avvento della tecnica fotografica aveva dato precisione alla riproduzione delle figure e delle cose, anche la pittura voleva presentarsi come tecnica di precisione, sulla base delle proposizioni della scienza. Grazie alla fondante esperienza di questi pittori, nel secondo dopoguerra si sviluppa e si diffonde la tecnica di stampa offset che si basa sul medesimo principio: cioè separare i colori per formare delle immagini composte da “puntini” (il cosiddetto retino).
I puntini azzurri, gialli, magenta, e neri mediante sovrapposizione e accostamento riescono a dare una gamma cromatica abbastanza ampia da permettere la stampa su larga scala di immagini fotografiche.
Nasce così la possibilità di stampare in modo più economico e si sviluppa prepotentemente il settore editoriale di libri e riveste a colori.
Certo molti colori sono solo un compromesso, i verdi brillanti l’arancio sono ancor oggi impossibili da riprodurre in quadricromia, ma pensiamo invece a quanti libri illustrati sono stati prodotti magistralmente negli ultimi ottant’anni, che, se ben conservati, sono ancora perfettamente fruibili.