Periferia tipica milanese, non mancano: ferrovia, cimitero (quello di Greco appunto), verde non curato “gerbido”, per dirla alla piemontese.
Completano il quadro: fabbriche da tempo inutilizzate e ora occupate, graffiti che qualcuno ha definito “la Cappella Sistina del ventesimo secolo”.
Così periferia, che è stata scelta più volte dal cinema italiano quando ne serviva il prototipo.
Le vie lì intorno perfette per girare nel 1974 alcune scene di “Milano Odia: la polizia non può sparare”, film in cui Tomas Milian è ancora un bandito, prima di diventare lo sbirro nei film successivi.
La salita che porta al ponte di Greco è il luogo ideale dove sistemare la baracca in cui Ornella Muti tradirà il marito Ugo Tognazzi con il più giovane e affascinate Giovanni Pizzullo interpretato da un debuttante Michele Placido.
(Romanzo Popolare, 1974 – regia Mario Monicelli)
Luogo veramente particolare tanto che lo scrittore Massimo Fini racconta: “Molti anni fa mi capitò di accompagnare Fellini e di stare con lui quasi tutto il giorno e anche la sera. Mi chiese di fargli conoscere Milano.
Capivo che non voleva vedere il Duomo ma qualcosa di ‘felliniano’. Lo portai a vedere, di notte, da un certo cavalcavia il cimitero di Greco che con i lumini accessi fa un certo effetto e sempre da un cavalcavia le file dei binari che vengono dalla stazione Garibaldi, in un punto in cui si intrecciano, in una landa deserta.
Massimo Fini, Una vita: Un libro per tutti. O per nessuno (2015).
Enzo Jannacci non lo dice nella sua canzone, ma sono sicuro: è su questa salita del ponticello di Greco che “… si è aperta la portiera, ed è caduto giù l’Armando”.
Poster in quadricromia, cm 70×100
Stampa a getto d’inchiostro su carta Agfa® da 300g
plotter Epson®
designer: SaraFerretti