Una domanda che mi fa impazzire.
Ok, il settore non gode di ottima salute, ma da almeno 25 anni sento questo interrogativo con qualche variazione sul tema.
Allora riformulo pensando a “Cosa accadrebbe se?
Risposte scientifiche a domande ipotetiche assurde” di Randall Munroe. Ottimo libro. Caso editoriale del 2015 perché consigliato come lettura estiva nientemeno che da Bill Gates.
Mi avvalgo di un’operazione di fantasia: cosa accadrebbe al mondo se non fosse più possibile elaborare le immagini? Forse andremmo in giro con 12, 24, 36 campioni colore per cercare di far capire al nostro interlocutore i toni a cui alludiamo quando usiamo parole come grigio, turchese, acquamarina. Avremmo in tasca libri illustrati, diari con ritagli incollati e collezioni di fotografie. Per cambiare risoluzione o combinare parti di immagini diverse ricominceremmo a gesticolare come i registi di una volta e comporre inquadrature e ipotizzando formati usando le dita.
Di elaborazione grafica se ne fa tanta ogni giorno. Molte persone svolgono questa attività magari senza nemmeno saperlo. L’atto di gestire le immagini è stato ed è continuamente stravolto dall’innovazione digitale.
Noi di CDcromo siamo dentro questa pratica da quando era una questione di pellicole, colle, forbici e non di programmi, di computer grafica e di personal computer.
Cos’è la fotolito? O meglio cos’era quando esisteva…
Un insieme di operazioni finalizzate alla riproduzione stampata di fotografie e immagini a colori per realizzare riviste, libri, cataloghi commerciali e in generale pubblicazioni in cui la componente grafica è particolarmente importante.
Dagli infiniti colori contenuti in una stampa fotografica o in una diapositiva si passa ai 4 miseri colori della quadricromia che permette di compiere il miracolo della stampa (offset) e quindi la possibilità di riprodurre a basso costo immagini.
Oggi è cambiato tutto, ma in fondo non è cambiato niente.
Si svolgono una serie di operazioni al fine di stampare su carta delle immagini catturate con una fotocamera digitale. Se si realizza una foto digitale questa nasce in RGB e necessita di una corretta conversione in CMYK. Siamo nella fase di selezione del colore: interviene un operatore che in photoshop fa ciò una volta faceva il cromista: calibra i toni, i contrasti, per esempio di un tessuto o di una carnagione da rendere più chiara o più scura.
Se con il tuo iPhone hai fotografato il gatto e hai reso il pelo più chiaro, stai facendo una tipica attività di fotolito.
Nel mondo del web e dei social non si stampano le immagini quindi rimane solo la necessità della calibrazione cromatica e del fotoritocco. Ma il problema non si pone. La fotolito, termine che tra l’altro non mi è mai piaciuto, non esiste più.
Insomma, la post-produzione non è più un problema.
Ok, abbiamo scherzato. La fotolito c’è ancora.
Si possono comprare riviste, giornali, libri illustrati, cataloghi, fumetti. O forse no.
Alcune volte la fantasia supera la realtà: il Covid sta mettendo in crisi il settore della carta. Il prezzo sale e la richiesta aumenta.
Potrebbe diventare difficile trovare quella per ristampare vecchi titoli. Già da qualche mese il cosiddetto “caso editoriale” scombina i piani di uscita della stragrande maggioranza degli editori. Il mercato richiede con sempre maggiore anticipo prodotti di qualità, con una buona resa delle immagini e un’ottima stampa.
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Come sempre un’occasione per realizzare i nostri poster,
Stampa a getto d’inchiostro su carta Agfa® da 300g – plotter Epson®
designer: SaraFerretti