La domanda cruciale rimane: perché il Salone del Mobile?
Perché ancora dobbiamo ascoltare la solita storia dell’arredamento e del design ogni anno?
C’è una motivazione tecnica, sportiva, politica e morale per tutto ciò che facciamo, compreso correre a 300 km/h in una macchina da corsa.
Questa era la risposta che molte volte ha dato Enzo Ferrari, soprattutto quando era messo in difficoltà per la morte di un suo pilota e puntuale si scatenava il dibattito sulla stampa.
“Saturno che divora i sui figli”: così fu definito.
Anche il Salone ha una valenza tecnica, come momento di scambio tra le aziende e di presentazione delle nuove tecnologie; ha una valenza sportiva, come competizione tra gli espositori; ha una valenza politica, come occasione per i governi di promuovere il proprio Paese e la propria cultura; e ha una valenza morale, come momento di elevazione culturale e di superamento di sé stessi.
Forse proprio la quarta, quella culturale della conoscenza, è la motivazione più importante.
Perfette ancora le parole di Enzo Ferrari: “La voglia di conoscenza e di superare noi stessi è strettamente legata all’ansia competitiva che ci contraddistingue”.
E cosa c’è di meglio per soddisfare questa voglia di conoscenza che partecipare al Salone del Mobile, dove si possono scoprire le ultime innovazioni, incontrare professionisti del settore e confrontarsi con idee e culture diverse?
Quindi, forse, alla fine della giornata, il Salone non è solo una questione di mobili e design ma di stimoli e di passioni non sempre completamente razionali.
Evviva il Salone del Mobile.